Sabato 6 dicembre durante la serata Le Cannibale che si è tenuta al Tunnel Club di Milano, abbiamo incontrato Kye Gibbon & Matt Robson-Scott meglio conosciuto come Gorgon City. Ci hanno parlato della loro visione musicale e delle influenze legate al loro sound che sta conquistando giorno dopo giorno sempre più adepti, per scoprire quello che ci hanno svelato non vi resta che leggere questa intervista esclusiva.

    È la prima volta che suonate in Italia?
    No, abbiamo suonato a Napoli, Gallipoli, Verona e questa notte per la prima volta a Milano.

    “Sirens” il vostro ultimo album è ricco di collaborazioni, come avete scelto i cantanti con cui collaborare?
    Il nostro Management ci ha aiutato molto nella scelta, senza dimenticare anche i vari incontri casuali che abbiamo durante i concerti e i club che frequentiamo. Ci capita di incontrare persone con le quali successivamente collaboriamo in studio sulla realizzazione dei brani, il tutto in modo rilassato e senza stress. In genere amiamo lavorare con artisti che non fanno parte del circuito House e dei Club, questo ci permette di contaminare maggiormente le nostre produzioni.

    Il vostro modo di produrre è ricco di contaminazioni, avete iniziato con la Jungle e la D’n’B, da cosa prendete ispirazione?
    Abbiamo un collettivo di amici con i quali ascoltiamo molta musica, questo continuo scambio è la nostra fonte di ispirazione. Cerchiamo di portare la tipica stesura della musica House nel mondo Pop creando una sorta di contaminazione tra i due generi musicali.

    C’è qualche artista che vi ha maggiormente influenzato nel vostro percorso musicale?
    Sicuramente Michael Jackson e il dj/ produttore Dillinja.

    Quando avete iniziato a produrre musica e quali sono stati i primi programmi che avete utilizzato?
    Facciamo musica da sempre, da quando avevamo 14 anni. Abbiamo iniziato utilizzando Fruity Loops per poi passare a Logic, ora usiamo Ableton.

    Quali sono i Plug-In e VST che non mancano mai nella vostra DAW?
    Massive, Polysix e Atmosphere.

    C’è una vostra produzione alla quale siete più legati?
    6AM perché rispecchia molto il nostro lato underground

    Cosa deve avere un produzione per colpire la vostra attenzione?
    Deve avere un buon Groove, un break melodico e deve essere in progressione mantenendo una tensione costante.

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