Con il suo suono ha fatto ballare il popolo del  Nameless, il più importante Festival EDM in Italia, ha mixato la compilation ufficiale e nei prossimi giorni sarà il protagonista del nostro podcast ufficiale. Naturalmente stiamo parlando di Luca Giossi, astro nascente, che con il suo sound ricco d’energia si sta facendo spazio nella scena EDM. Se volete sapere il suo pensiero, scoprire la sua visione musicale, non vi resta che leggere questa interessante intervista.

    Luca Giossi ci racconta la sua visione musicale

    Tre aggettivi per definire il tuo stile musicale?
    Energico, attuale e coinvolgente.

    Come vedi l’attuale scena EDM?
    La musica è da sempre in continuo mutamento ed evoluzione e, dal mio punto di vista, anche per l’EDM è la stessa cosa. Non sono d’accordo con i rumors che parlano della fine dell’EDM perché questo genere musicale ha troppe sfaccettature e sottogeneri e sono sicuro che in futuro ne nasceranno sempre di nuovi. Grazie alle nuove tecnologie molte più persone si avvicinano al mondo della produzione musicale (nel bene e nel male) e sicuramente questo grande aumento di interesse verso la musica elettronica porterà alla luce nuovi producer con nuove interessanti soluzioni sonore.

    “Crossing Borders” è il tuo singolo di debutto, com’è nata l’idea?
    L’idea di Crossing Borders nasce dal giro melodico principale molto “catchy”. Da li è iniziata la collaborazione con Jonny Rose che ha scritto e cantato il testo del brano.

    Tre produzioni che rappresentano in pieno la tua visione musicale?
    Quando ascoltai per la prima volta “One” degli Swedish House Mafia per me fu uno shock. Da li in avanti il sound progressive del nord europa ha sempre avuto un’ influenza fortissima sulla mia visione musicale.
    Ad oggi i 3 brani che rappresentano la mia visione musicale sono :

    Warriors – Nicky Romero vs. Volt & State
    Broken – DubVision
    Collage – John Christian, Arin Tone & Corey James

    Quali sono le caratteristiche che deve avere una song per colpire la tua attenzione?
    Ci deve essere sempre qualcosa che renda il disco “figo” e unico quando ascolto il brano..che sia l’idea generale del disco, i suoni utilizzati, la melodia o il cantato non importa. L’importante è che mi trasmetta qualcosa. Diventa anche molto importante l’effetto che ha il disco sulla pista.

    Preferisci suonare nei Festival oppure in una dimensione più Club?
    Sono due realtà molto diverse con i loro pro e contro. Dei club mi piace molto il feeling che si crea con il pubblico in pista. Nei festival mi piace molto il fatto che la musica che suoni sia accompagnata da grafiche spettacolari, effetti luce, laser e molto altro…tutto ciò crea una atmosfera unica e rende l’esperienza per il pubblico molto più coinvolgente. Ovviamente è molto importante affrontare le due diverse situazioni con la testa perché anche il dj set che proponi, dal mio punto di vista, deve cambiare di molto se suoni in una piccola consolle di un club o su un grande palco di un festival.

    Dopo “Crossing Borders” cosa dobbiamo aspettarci?
    In questo ultimo periodo sono sempre al lavoro in studio per finire alcuni remix in uscita per l’estate ed in contemporanea sto già lavorando sul nuovo singolo, follow-up di Crossing Borders.

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