Conoscere gli inizi, il percorso che hanno avuto i protagonisti della House Made In Italy, quando la House si affacciava sul mercato è decisamente utile, per molti aspetti.

    Abbiamo incontrato Pagany, che ci ha parlato di molte cose, dagli inizi alle nuove produzioni, in questa intervista esclusiva.

    Ti ricordi il Tuo primo incontro con la House Music?

    Ho scoperto la musica House verso la fine degli anni 80. Ero al Hollywood di bardolino dove facevo da “secondo DJ” (in quel periodo moltissimi DJ giovani ed alle prime armi iniziarono facendo gli aiutanti ovvero i “secondi” ai DJ resident dei locali) e mi ricordo che il resident mi fece ascoltare House Nation degli Housemaster Boys su una giovanissima TRAXX Records, era il 1987.

    Un disco diversissimo da tutto quello che mettevo allora. Mi colpì moltissimo e fu subito innamoramento totale.

    Parlaci dei Tuoi inizi, da dj a producer di Hit

    Come ho detto prima, io ho iniziato facendo la gavetta più umile. Negli anni 80 andavo ancora a scuola ed al pomeriggio andavo in una radio locale per imparare il mestiere di stare davanti al microfono. Per un anno ho ascoltato gli speakers parlare e mettevo negli scaffali i dischi che usavano loro in trasmissione. Praticamente ho iniziato come facchino in radio.

    Poi mi misero davanti al microfono e da li non ho più smesso di fare radio passando dalle radio locali di Verona ed arrivando ai Network molti anni dopo. Dalla radio alla discoteca il passo è stato quasi naturale, e in pochi anni mi sono trovato in consolle di locali importanti come l’Alter Ego di Verona ed il Life di Manchester per citarne alcuni.

    I primi passi da produttore li ho mossi alla Media Records che per me è stata una grande scuola professionalmente parlando. Eravamo il gruppo dei veronesi negli studi di Brescia, io con il mio attuale socio Roby Arduini insieme a Max Persona ed Antonio Puntillo. Tutti nomi che trovate su tantissimi dischi degli anni 90.

    Hai collaborato (e creato) con moltissime etichette, puoi ricordare a tutti i nostri lettori con quali

    Ho parlato della Media Records che è stata la prima label importante dove ho lavorato ed imparato un lavoro grazie alla guida di Gianfranco Bortolotti.

    Poi negli anni ho avuto la soddisfazione di vedere alcune mie produzioni su labels internazionali dispessore, alcune purtroppo sparite.

    Giusto per ricordarne alcune: Island, EMI, Slip’n’Slide, Oxyd, Time, AM:PM, D:Vision, X-clusive UK, ed anche Defected anche se non con il mio nome (non vi dico su che disco), comunque la soddisfazione c’è stata.

    Il Tuo nome è dietro moltissimi successi Internazionali, quali sono quelli che ti hanno dato maggiori soddisfazioni

    Economicamente parlando di sicuro “U Got 2 Let The Music” di Cappella che con 3 milioni di copie vendute ha reso un pò di denaro.

    Sempre restando in quegli anni mi è piaciuto collaborare alla realizzazione dell’album dei 49ers uscito con la Island UK, poi i miri primi singoli usciti col mio nome come artista e recensiti con ottimi voti sul Mixmag UK e suonati da alcuni miei idoli come Joey Negro.

    Mi è piaciuto lavorare con Barbara Tucher, in studio alla Oxyd records prima per una produzione insieme e dopo alcuni anni per un remix di un suo brano. Amando moltissimo la musica black e soul ti lascio immaginare l’emozione che ho avuto lavorando con cantanti come Jocelyn Brown, Taka Boom, Kym Mazelle oltre al fatto di averle davanti in studio.

    Di recente io e Roby Arduini dopo anni di carriera come produttori di pezzi per altri ci siamo tolti la soddisfazione di uscire con i nostri nomi su Nervous con Caught In The Middle featuring Chanelle, e grazie al remix del un caro amico Eric Kupper, siamo stati oltre 2 mesi in top 10 e 3 settimane alla numero uno della Soulful Chart di Traxsource.

    Il modo di produrre House nel corso degli anni è notevolmente cambiato, quali erano gli strumenti indispensabili prima e quali ora

    Il modo di produrre è cambiato più nella parte tecnica della strumentazione di studio, perchè la base di un buon prodotto musicale era è e resterà sempre l’dea. Negli anni 90 usavamo i campionatori Akai S1100 ed S1000 con i mixer 40 canali analogici, e gli effetti collegati con i patchbay da regolare a mano uno per uno, le tastiere fisiche con il Roland Jupiter 8, la tastiera M1 madre di tanti suoni della house, ecc…

    Poi negli anni seguenti l’avvento dei computer e del digitale ha messo tutto quello che avevamo di fisico in studio, in versione virtuale al interno della work station. Fisicamente non ci mettiamo più con il vinile a campionare i vecchi dischi, ma col digitale ora si importa un file e lo si edita sulla traccia audio di Logic.

    Se devi descrivere cos’è l’House Music per Te in 10 produzioni, quali sceglieresti

    Di sicuro inserisco le fondamenta come MARRS “Pump Up The Volume”, What Time is Love di KLF, House Nation sulla TRAXX che ti ho citato prima, Frankie Knuckles Your Love e Whistle Song, Cliviless and Cole Pride, tantissime cose di Joey Negro, The Pressure dei Sounds Of Blackness, Moby “GO”,e….ce ne sarebbero tante.

    Sappiamo che ci sono moltissime novità in arrivo, puoi anticiparci qualcosa? 

    Siamo da poco usciti sulla Cube Recordings come Roby Arduini & Pagany con il singolo

    e tra poco ti anticipo che torneremo sempre come artisti Roby Arduini e Pagany, sulla Nervous con un remix di Caught In The Middle più un singolo nuovo ma non posso dire il titolo perchè è una cover. Come produttori e label invece stiamo lavorando ad un pezzo degli East Side Beat e ad un nuovo progetto Lounge che parte da un canale YouTube dedicato alla musica relax di qualità.

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